domenica 15 aprile 2012

il Viagra naturale ferisce l'amazzonia (IL VENERDI' 13 aprile 2012)



IL VIAGRA NATURALE FERISCE L'AMAZZONIA

di Omero Ciai

Tra i vecchietti che affollano le vie di Copacabana, il lungomare modernista di Rio de Janeiro, spopola da anni. Si trova a qualsiasi ora nei tanti locali all'aperto che offrono frullati di frutta naturale ed è un bibita densa, color della porpora. Da qualche tempo queste gemme dell'Amazzonia, le bacche di açai, sono diventate molto popolari e richieste non solo in Brasile ma anche negli Stati Uniti e in Giappone. Tanto che gli ambientalisti hanno iniziato a lanciare l'allarme sulla possibilità che questo nuovo agrobusiness possa avere effetti particolarmente dannosi, aumentando i ritmi del disboscamento della foresta. L'açai è una palma che cresce spontaneamente in Amazzonia e produce un frutto, le bacche, poco più grande di un acino d'uva, al quale negli ultimi tempi sono state attribuite proprietà miracolose. Alcune vere - ha un'alta concentrazione di antiossidanti -, altre inventate dalla pubblicità - virtù dietetiche - che hanno contribuito a uno straordinario aumento della produzione e delle vendite. A Copacabana si beve il frullato, nel resto del mondo la polpa congelata, liofilizzata, oppure in compresse. La lista dei suoi benefici, veri o presunti, è molto ampia. Insieme agli antiossidanti che rallentano l'invecchiamento, il frutto dell'Açai contiene vitamine, acidi grassi (omega 6 e 9) e fibre che lo hanno reso popolare tra gli sportivi, perché avrebbe effetti sull'energia e sulle capacità di resistenza alla fatica. Ma più in generale è consigliato come prevenzione per le malattie cardiache, il diabete, il colesterolo, il sistema digestivo e per il rafforzamento del sistema immunitario. Avrebbe infine anche effetti sulla libido, tanto che è stato pubblicizzato come un possibile "viagra naturale". Insomma, una preziosissima medicina naturale da bere in grandi quantità.
All'inizio la sua commercializzazione è stata vista come una forma di protezione e di sviluppo naturale della foresta amazzonica, ma con l'aumento vertiginoso della richiesta sono iniziati i problemi. La produzione finora è concentrata nello Stato del Parà, dove è raddoppiata in pochi anni e rappresenta oggi il 90 percento dell'offerta di bacche di açai. Ma si va espandendo rapidamente in tutta la fascia amazzonica dall'Acre a Rondonia, al Maranhao all'Amapa. Da quando nel 2000 i brasiliani hanno iniziato a vendere la polpa congelata verso gli Stati Uniti, l'Europa e il Giappone, l'esportazione è aumentata a un ritmo del 20 percento l'anno. E da frutto naturale la bacca di açai s'è andata trasformando in prodotto industriale che da qualche tempo si vende anche in tetrapack nei supermercati di Rio de Janeiro. Un'espansione che fino ad oggi non conosce freni, ma che, insieme agli effetti positivi, potrebbe averne alla lunga di molto negativi per l'equilibrio dell'Amazzonia.

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