martedì 26 luglio 2011

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MARTEDÌ 12 LUGLIO 2011
OMERO CIAI
«Con la Rivoluzione, tutto; contro la Rivoluzione, niente», questa famosa frase di Fidel dev’essere riecheggiata nell’ufficio di sua nipote Mariela, figlia minore di Raul, che all’Avana dirige il Centro nazionale di educazione sessuale (Cenesex). In questi giorni Mariela ha infatti licenziato una sua discepola, forse la più amata, colpevole di essere andata a letto con il nemico. La peccatrice è una bella transessuale “habanera” che si chiama Wendy Iriepa, ha 36 anni, e da tempo lavora come assistente personale di Mariela.
I rapporti fra Wendy e Mariela si sono rovinati quando la figlia del presi- dente cubano ha saputo che la sua assistente si sa- rebbe sposata con un omosessuale, Ignacio Estrada, che milita in una organizza- zione legata al dissenso ed è stato promotore di un Gay Pride indipendente nella capitale cubana. «L’ho invitata al mio matrimonio — ha raccontato Wendy — e lei all’inizio voleva essere il mio testimone ma quando ha saputo che lo sposo era Ignacio mi ha detto che non poteva neppure venire perché lui è un dissidente. Da quel giorno ha cominciato a vedermi come una minaccia, un pericolo».
Nel Cenesex Wendy aveva un incarico di fiducia, era perfino colei che assaggiava i pasti che poi la figlia di Raul consumava, apriva i pacchi diretti a Mariela e controllava per prima i regali che riceveva. Una sorta di bodyguard che si occupava anche di proteggere Mariela da eventuali attentati. Dopo l’an- nuncio del suo matrimonio ha perso il posto. «Mi ha al- lontanato, mi ha detto di andare a fare le pulizie nelle stanze del Centro e mi ha consigliato di presentare le mie dimissioni».
Ma Wendy non era solo una fedele collaboratrice di Mariela, era diventata in questi anni una sorta di emblema dell’istituto diretto dalla nipote di Fidel. Segui- va Mariela in tutti gli ap- puntamenti e nei Congressi internazionali presentata come un simbolo del nuovo corso cubano in fatto di sessualità. Infatti se suo zio (Fidel) e suo padre (Raul) avevano costruito lager per la rieducazione degli omosessuali, lei (Mariela) lottava contro il maschilismo dei cubani per affermare i loro diritti. E Wendy era un testimonial perfetto. Da piccola, quando era stata registrata all’a- nagrafe come maschio, era stata maltrattata dai suoi genitori perché giocava con le bambole, di- scriminata a scuola e spedita in un riformatorio. La svolta quando incontrò Mariela che la accol- se nel suo centro libertario, la aiutò ad operarsi, e a cambiare
identità da uomo a donna. Per il suo lavoro a favore delle minoranze sessuali Mariela Castro è diventata in questi anni un fiore all’occhiello del regime. Intervistata dal New York Times e corteggiata dai settimanali si è cucita addosso l’immagine antidogmatica e anticonformista di un potenziale leader riformista. Tanto che, insieme al fratello Alejandro, è salita nelle top ten per il futuro ormai prossimo del castrismo senza Fidel e senza Raul. Evidentemente però le li- bertà sessuali sono una cosa e quelle politiche tutt’altra. Senza dimenticare che Wendy ha scelto un giorno davvero sbagliato per sposare il suo Ignacio: il 13 ago- sto, data del compleanno numero 85 di zio Fidel. Così testimone di nozze sarà una grande nemica di Mariela: Yoani Sanchez, la blogger dissidente, che quando ha ricevuto l’invito della coppia ha accettato subito.
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