giovedì 22 marzo 2012

Repubblica 20 marzo 2012

Cuba
Commercio e turismo così l' isola di Fidel scopre i nuovi ricchi


OMERO CIAI


Il ceto medio emerge, ormai senza barriere, nell' isola dell' egualitarismo forzato. Lo ammette perfino un noto giornalista economico vicino al regime come Ariel Terrero, caporedattore a Bohemia e blogger tollerato, che ha descritto apertamente la nuova società cubana divisa in quattro diverse classi sulla base del potere d' acquisto: basso, medio, alto e molto alto. Parlare di un' alba di nuovi ricchi a Cuba è forse esagerato ma dopo mezzo secolo di persecuzione dell' iniziativa privata, di abolizione della proprietà e di massificazione della povertà uguale per tutti, le riforme economiche di Raul Castro stanno modificando la società caparbiamente imposta dal fratello e creando nuove figure consumistiche. Dai proprietari dei ristoranti privati agli affittacamere, dai medici che svolgono missioni all' estero (Venezuela, Nicaragua, Bolivia) a chi lavora nelle costruzioni, fino agli oligarchi in nuce dell' industria di Stato. Tutte situazioni già affiorate negli anni Novanta, dopo la grande carestia per la fine dell' Urss, ma che per molto tempo sono state clandestine e illegali; mentre oggi, con le licenze di Stato per chi svolge attività in proprio, sono promosse a modello per la società del futuro. Venditori di Cd o di libri, caffetterie, ristoranti, paninerie, piccole agenzie di viaggio, guide turistiche ma anche contadini liberi di commerciare i loro prodotti o famiglie con parenti negli Stati Uniti che ricevono rimesse. Un magma ancora informe che guadagna e consuma. Notava la France Press dall' Avana come nei nuovi negozi di grandi catene internazionali (Mango, Adidas, Benetton, Victorinox), che non vendono in pesos ma in valuta (i Cuc che equivalgono ai dollari), i clienti non siano più solo stranieri di passaggio ma anche moltissimi cubani. Oppure come alcuni dei ristoranti più alla moda della capitale siano frequentati per la prima volta soprattutto dai cubani. La possibilità di vendere le case, le auto usate, di intraprendere una piccola attività economica e di avere credito dalle banche hanno messo in moto il mercato in un contesto molto favorevole. Le presenze turistiche (ora arrivano anche cinesi, russi, venezuelani e messicani) hanno sfiorato l' anno scorso la cifra record dei 2,5 milioni mentre l' abolizione delle restrizioni volute da Bush sull' invio di dollari dagli Stati Uniti ha raddoppiato il budget delle rimesse: 2 miliardi di dollari nel 2011. Quanto possa essere effimera questa formazione di una nuova classe media che si regge soprattutto sul turismo e le rimesse è presto per saperlo ma l' anno scorso per la prima volta si sono viste famiglie cubane comprare pacchetti turistici per una villeggiatura nelle spiagge chic, come Varadero, o negli alberghi a cinque stelle. Altri ristrutturano l' abitazione, altri ancora la comprano nuova. La prima vittima della scommessa di Raul, la via cinese del partito unico nel mercato, sta dall' altra parte dello Stretto della Florida ed è quella parte dell' esilio cubano che impone ancora oggi la linea politica della Casa Bianca verso l' isola. L' America - dicono ormai i commentatori meno ideologici - dovrebbe accompagnare i cambiamenti in corso a Cuba piuttosto che inibirli con un embargo logoro e obsoleto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento: